La prima cosa che colpisce appena entrati nel ristorante Osaka l’odore al confine della puzza che pervade l’ambiente, a tratti meno, a tratti pi intenso. un mix dolciastro di pesce e di stantio, in realt non proprio repellente, ma decisamente non piacevole, soprattutto se si considera che ci si sta per mettere a tavola a mangiare.Superato l’impatto olfattivo il ristorante si presenta bene, soliti legni chiari e superfici laccate nere, ma in generale i materiali e le rifiniture sono di pregio e si vede subito che si vuole differenziare dal ristorante medio-basso di cucina giapponese. Anche il men, in carta spessa di qualit, con bei caratteri stampatelli giapponesi e italiani, le tovagliette, le bacchette e gli altri accessori sono molto piacevoli e ben rifiniti.Quasi tutti i camerieri e le cameriere parlano qualche parola di giapponese, le capiscono e le pronunciano al momento giusto anche se buona parte degli asiatici che lavorano nel locale non sono giapponesi. Molti tavoli sono occupati da clienti nipponici molti dei quali, a giudicare dall’abbigliamento, quasi certamente a Milano per affari, e d’altronde il periodo quello del Salone del Mobile.
Siamo in quattro e ordiniamo due sushi-moriawase, uno shio-kara, due ramen, uno shio e uno tonkotsu, un saba-yaki, kurokke. Da bere birra che per non hanno alla spina. Ci portano Kirin in bottiglia. Come piccolo antipastino ci portano del koya-dofu. Buono anche se non serve a coprire i tempi di attesa che nel complesso risultano piuttosto lunghi.
Mi rendo conto di aver voluto esagerare sullo shio-kara (totano tagliato a strisce e lasciato a macerare crudo nel suo stesso fegato e sale), ma, visto che a quanto pare siamo in uno dei ristoranti giapponesi pi famosi di Milano, mi pareva giusto metterli a prova su un piatto tanto insolito. Va detto che il menù del ristorante Osaka propone numersi piatti particolari e ricercati che difficilmente si trovano in un normale ristorante giapponese all’estero, e spesso, come nel caso dello shio-kara, neanche in Giappone. Non che questo sia un pregio di per se’. Premettendo che sul men era specificato che si trattava di jikasei (fatto in casa), il risultato non propriamente conforme all’originale. Le fettine di totano navigavano in una salsetta bianca e liquida che non siamo riusciti ad individuare, ne’ io ne’ i miei commensali giapponesi. Il sapore pur non essendo male era alquanto diverso da quello che sarebbe dovuto essere, a parte la dimensione delle fettine un po’ troppo sottili, e vi era un’eccessiva preponderanza dell’aroma della scorzetta di yuzu che vi era stata grattugiata dentro. 5.
Passo poi allo yaki-saba. Buono, fresco e ben cotto. Se ci avessero messo un po’ di daikon grattugiato sarei stato davvero soddisfatto. Ma non si pu avere tutto dalla vita. 7
Il sushi delude decisamente le aspettative. Lo so, non bisognerebbe, ma a ordinare stato il mio commensale che era anche la persona che mi ha invitato. Come rifiutarsi? Sul piatto: ebi, amaebi, tamago, maguro, ika, sake.
In generale il riso compatto e a tratti da’ quasi l’impressione di essere un po’ troppo secco, come se fosse stato lasciato all’aria per troppo tempo. L’ika che mangio per primo ha tutta una complessa lavorazione intagliata a riccioli arrotolati sopra che mi fa subito pensare a quanto tempo l’ita-mae abbia dovuto manipolare e pastroccare questo pezzo di seppia prima di metterlo su sto tocco di riso che adesso mi sto mangiando. Non una sensazione che mi entusiasma ma essa lascia subito il posto al bruciore del wasabi che mi aggredisce i seni nasali. Ne hanno messo davvero in quantit. Non un buon segno.Ci riprovo con il salmone. A parte il riso che ha la solita consistenza compatta e un po’ secca il sapore buono. Anche il wasabi non esagerato. Maguro acquoso, sottile e striminzito. Saba ed ebi ok se si eccettua il riso. 4/5
Il ramen anche stato una tentazione troppo forte per non lasciarsi afferrare. E anche qui ho voluto davvero metterli alla prova con il tonkotsu. Ma a quanto mi dicono il ristorante Osaka di Milano nasce proprio come ristorante da ramen, e poi talmente tanto che non mangio ramen. la zuppa un po’ troppo bianca, ma nel complesso il sapore corretto. Anche i men sono della giusta consistenza. Il cha-shu non dei migliori ma in Giappone ne ho mangiati di peggio. Un po’ di moyashi non stonerebbero, cos come la possibilit di aggiungere un po’ di sesamo grattugiato e pepe, ma stiamo davvero andando sui dettagli. La cosa che mi lascia maggiormente perplesso la presenza di una strana alga riccia che mi fa sospettare un eccesso di influenza cinese nelle cucine. Altra cosa che stona il beni-shoga a listerelle che davvero tanto, si sente un po’ troppo e mi rimane sul fondo della zuppa alla fine. Comunque per essere ramen ramen, magari non dei migliori ma comunque il risultato è soddisfacente. La pensa così anche uno dei miei commensali nipponici che ha invece preso uno shio. 6
Kurokke bene, certo non propriamente un piatto di alta cucina ma in sapore e consistenza pi che corretto. Buona la salsa dolce che l’accompagna. 7
Male il te’ che ci portano a fine pasto, acquoso e di sapore non propriamente gradevole. Le tazze in cui servito sono proprio belle per, della giusta dimensione e di un colore piacevole. In Giappone ne avevo una cos cui ero molto affezionato e che and distrutta in uno spiacevole incidente.
Nel complesso il ristorante Osaka di Milano propone vera cucina giapponese con alcuni piatti davvero particolari che non facile trovare in altri ristoranti giapponesi all’estero. anche vero che come nel caso del mio shio-kara non sempre il risultato dei migliori, ma almeno ci provano. Il sushi ampliamente migliorabile ma nel complesso per 150 euro in quattro (in realt nel men vi erano piatti e set molto pi costosi) direi che una cena da Osaka vale la pena anche se, se fosse in Giappone probabilmente non sarebbe un ristorante dove tornerei a mangiare.6–
Ristorante Giapponese Osaka
Corso Garibaldi, 68
20121 Milano
tel 02 29060678
Aperto tutti i giorni: 12.00 – 15.00 / 19.00 – 23.00