Lubiana è una vera gradita sorpresa.
Per chi è cresciuto con le tensioni della guerra fredda, la caotica tragedia delle guerre balcaniche e non si è mai dato pena di approfondire come fossero cambiati i paesi dell’est Europa a più di vent’anni dalla liberatoria caduta del Muro di Berlino, addentrarsi in una ex-repubblica socialista mette ancora addosso qualche timore.
Lubiana è probabilmente il posto migliore dove incominciare a cambiare idea a riguardo e farsi stupire.
Per quanto della grandezza di una città italiana media, Lubiana entra di diritto tra le più belle capitali europee. Certo non ha le dimensioni e l’offerta storico-museale di Parigi, Roma, Berlino, Madrid, ma l’eleganza e l’originalità dell’architettura del suo centro storico, i locali sul lungo fiume alberato, la collina sormontata dal castello, la pulizia e l’ordine delle strade, i concerti, gli eventi e l’atteggiamento rilassato degli abitanti, contribuiscono a creare un’atmosfera davvero irresistibile.
Una piacevole sorpresa dunque Lubiana, così come è una sorpresa trovarvi un ristorante giapponese degno di questo nome. Sushimama (la scelta del nome magari lascia un po’ a desiderare), si trova in centro a Lubiana ed è segnalato sulle principali guide turistiche giapponesi sulla città come ad esempio quella di Chikyu no arukikata (地球の歩き方), che ci dice anche che il cuoco addetto alla preparazione del sushi è giapponese.
L’ambiente è elegante senza smargiassate ed eccessivi fronzoli etnici. Due sale non troppo grandi unite tra loro. Sul lato sinistro, appena entrati un grande e ampio bancone al quale, come nella più classica tradizione, ci si può sedere e dietro il quale stanno gli addetti al sushi, indiscutibilmente asiatici, impegnati nelle loro attività.
Tavoli e sedieo sonin un non molto fine agglomerato di legno, ma dal disegno solido, semplice ed elegante. Alle parete delle calligrafie. Nel complesso un’atmosfera piacevole, elegante ma non spocchiosa.
Gli avventori sono molti ma troviamo subito posto.
Il menu propone i grandi classici della cucina giapponese in occidente: eda mame (con solito prezzo da gioielleria), vari soba, vari set di sushi, miso shiru e una serie di piatti molto elaborati (e molto cari) che però non ci convincono molto. Tra questi un branzino ai lamponi e un pollo teriyaki con mango!!! Apprezzabile il fatto che la carne in menu riporti l’onesta dicitura “tipo Kobe” e non il troppo spesso fraudolento “Kobe”.
Alla fine ordiniamo:
tempura skampi (sic) di antipasto
un soba con verdura grande (c’è anche la versione piccola)
e un sushi set di nome Mesani (7 nigiri e 6 maki)
Da bere 2 Kirin in bottiglia in quando ahimé, non c’è birra giapponese alla spina. C’è anche una certa selezione di sake, e una buona lista vini, con etichette slovene e internazionali.
Il tempura di scampi, due in croce, nel senso che te li portano su un piattino incrociati, è buono anche se ricorda più che altro una frittura ben fatta.
Note dolenti sul soba. Il brodo (dashi) decisamente non all’altezza, il mio commensale giapponese sospetta che sia stato fatto allungando con dell’acqua calda la stessa salsina che accompagnava il tempura. Dentro dei pezzi di carne di pollo stopposa e insipida. Il soba con poca consistenza.
La sopresa, del tutto piacevole e inaspettata, è però sul sushi. Per la prima volta in Europa ci troviamo infatti davanti un sushi degno di questo nome. Pesce fresco, dimensioni della fettina ben proporzionate e spesse, riso correttamente condito con la giusta dose di zucchero, sale e aceto, ma soprattutto della giusta consistenza morbida e soffice. Il giusto contimento rende il nigiri compatto e maneggevole non facendolo rompere quando lo si prende con le bacchette, ma una volta messo in bocca si scioglie letteralemente in una perfetta armonia di consistenza e gusto, con il pesce che lo sormonta. Esattamente ciò che dovrebbe essere alla base della preparazione di un buon sushi.
Anche il mio commensale nipponico, ahimé abituato alle miserie della cucina nipponica fuori dai confini nazionali, ne rimane sorpreso, confidandomi che un sushi così sarebbe competitivo anche in Giappone e che, se questo ristorante fosse nella sua città, probabilmente vi tornerebbe o lo consiglierebbe agli amici.
Le conclusioni che ci sentiamo di poter trarre sono innanzi tutto che il cuoco addetto alla preparazione del sushi e quello addetto alla preparazione delle altre vivande sono due persone differenti, ed infatti l’addetto al sushi dietro al bancone fa, giustamente, solo quello. Non vi deve essere inoltre grande comunicazione tra il cuoco di sala che prepara il sushi e quello in cucina che ha preparato il nostro pessimo soba.
Da sempre critici verso i ristoranti giapponesi che puntano tutto sul sushi, per una volta pensiamo di poter consigliare vivamente il ristorante giapponese Sushimama proprio per questo tipo di piatto. Tutti gli appassionati di sushi potranno così avere un buon metro di paragone per valutare altri ristoranti giapponesi o simil giapponesi in cui dovessero in seguito recarsi. Lubiana è a pochi chilometri di distanza dal confine con l’Italia e Sushimama potrebbe essere quindi una delle tante attrattive che la città offre per trascorrervi anche solo un fine settimana.
In due spendiamo 39 euro, che per i generali costi, non certo a buon mercato come dovevano essere una volta in Slovenia prima dell’introduzione dell’euro, sono un’altra gradita sorpresa. Il personale, come per altro in tutta la Slovenia, è stato gentilissimo e rapido.
Sushimama
Wolfova ulica 12
1000 Lubiana
Tel +386 (0)40 70 20 70
romeo.plus@siol.net
www.sushimama.si