Ecco un’altra fondamentale ricetta della cucina casalinga e popolare giapponese. Un piatto che si trova spesso nei menu dei ristoranti popolari come gli izakaya o che le madri giapponesi preparano quando hanno poco tempo e devono fare qualcosa che piaccia, magari a dei bambini un po’ viziati. Il pollo fritto, si sa, piace a tutti.
Infatti il tori karage altro non è che pollo fritto, come letteralmente ci dice la traduzione del nome della ricetta. Tagliato a pezzetti, infarinato e fritto. Il segreto di un buon tori karage è proprio nella dimensione dei pezzi di pollo che devono risultare piccoli per poter essere facilmente presi con le bacchette, ma non tanto da asciugare troppo durante la frittura, risultando croccanti fuori, ma morbidi e succosi al loro interno.
E’ un piatto che si trova non di rado anche nei ristoranti giapponesi dalle nostre parti ma che, nonostante sia molto semplice da preparare, quasi sempre risulta orribilmente realizzato. Si va da pezzi di pollo bruciacchiati a polpette di pollo fritto tipo fast food, spesso al limite dell’immangiabilità. Forse tanta poca cura è riservata a questo piatto della cucina giapponese in quanto l’avventore medio di un ristorante nipponico tende a snobbare questo piatto popolare e punta dritto al solito sushi.
Vediamo dunque come preparare un tori karage dignitoso.
Ingredienti
Per circa 3-4 persone
- 400g di polpa di pollo. E’ importante non utilizzare i petti che risulterebbero troppo stopposi. Ideali sono le cosce disossate che però purtroppo nei supermercati italiani non si trovano. Se non volete cimentarvi nel disossare voi stessi le cosce di pollo, potete chiedere a un buon macellaio di farlo per voi.
- Un pizzico di sale
- Un pizzico di pepe
- Un cucchiaio di buona salsa di soia
- Uno spicchio d’aglio
- Fecola di mais (in sostituzione della katakuriko, fecola di castagne che si usa in Giappone)
- Olio per friggere
- Per la guarnizione: a piacere insalata, cavolo e/o erba cipollina
Preparazione
n Italia purtroppo non si trova pollo, cosce, petti, ecc, disossati, pronti all’uso e ancora dotati della pelle. La pelle, sia per il sapore sia per la consistenza che può assumere a seconda delle cotture, è un elemento importante di molte preparazioni. In questo caso non è indispensabile, ma volendo potete lasciarla attaccata alla polpa.
- Con un coltello affilato togliete il grasso in eccesso dalla polpa di polpo e tagliatelo a pezzi che possano essere mangiati in un sol boccone ma non eccessivamente piccoli. Da una coscia di media grandezza, disossata e spianata, se ne dovrebbero ottenere circa 6.
- Ponete i pezzi di poplpo così tagliati in una ciotola e spolverateli con un pizzico di sale e pepe. Aggiungete la salsa di soia, lo spicchio d’aglio grattugiato e mescolate delicatamente con le dita. Lasciate riposare per circa 15 minuti.
- Infarinate bene con abbondante fecola di mais. Lasciate cadere la fecola in eccesso.
- In una pentola per la frittura fate scaldare l’olio per friggere. L’olio dovrà essere molto caldo, a circa 170°. Facendo attenzione, mettete nell’olio il pollo infarinato.
- Friggete per circa 5-6 minuti. Progressivamente le bolliicne nell’olio di frittura si faranno più piccole. E’ il segno che il pollo è pronto. Dovrebbe risultare di un bel colore biondo scuro. Provate a tagliare in due uno dei bocconcini, all’interno dovrebbe essere cotto ma ancora leggermente roseo.
Mettete su un piatto da portata e guarnite con dell’insalatina o con del cavolo tagliato a listerelle sottilissime. A piacere potete spolverare il tori-karage con dell’erba cipollina tagliata a listerelle.